RETROCESSIONE DELLO “SCALEA CALCIO 1912”: ACCUSE AL VETRIOLO TRA TENUTA E IL SINDACO

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La retrocessione dello Scalea Calcio 1912 dal campionato di Eccellenza ha generato un’ampia coda polemica.

Nel playout giocato allo stadio “Longobucco” di Scalea lo scorso 5 maggio, la squadra di casa ha perso 1-2 contro il Gioiosa Jonica dopo i tempi supplementari. I tempi regolamentari si erano conclusi sull’1-1 ma supplementari il calcio di rigore di Ferrara per i reggini ha decretato la retrocessione in Promozione per lo Scalea.

L’avvocato Achille Tenuta, in un lungo post ha attribuito parte dei problemi della squadra cittadina all’amministrazione comunale, in primis il sindaco Giacomo Perrotta e il delegato allo Sport Cirimele.

Puntuale la replica del primo cittadino che non ci sta a farsi addossare le colpe di una stagione calcistica fallimentare.

Di seguito l’attacco di Achille Tenuta e la replica del sindaco Giacomo Perrotta.

IL POST DI ACHILLE TENUTA

La VERITA’ sullo Scalea Calcio in un mio commento ad un bel post del capitano Ferruccio Chemi.

“Grande Ferruccio! Uno dei grandi capitani dello Scalea! L’ultimo! Come l’ultimo dei Mohicani!

Sono stato supercontento quando all’inizio di stagione riuscii a convincerlo a tornare ad impegnarsi assieme a Calandra ed al mister Gregorace, saldando anche i  loro residui crediti relativi alla stagione precedente. Non è bastato! Come non è bastato prendere Osso dal Rende (3.500) e tutta una rosa di bravissimi ragazzi sia sul piano umano che tecnico. Vincenzo Verbicaro, sacrificatosi oltre ogni misura, nella precedente stagione, si era dimesso da presidente e la società praticamente era allo sbando. Il Sindaco aveva incaricato un commissario che non era però riuscito a formare un gruppo dirigente per iscrivere la squadra al campionato. Mancavano due giorni alla scadenza del termine del 20 luglio 23 per l’iscrizione della società al campionato di eccellenza. Non farlo avrebbe comportato la fine dell’Usd Scalea e la terza categoria. Mi rimboccai le maniche e cominciai a contattare il meglio della vecchia dirigenza scaleota. Accolsero l’invito il solito e grande Pino Bono, che accettò una gravosa presidenza provvisoria, unitamente a Sandro Bergamo, già glorioso presidente, e poi Carmine Reda e Tonino Auriemma, già giocatori e dirigenti esperti, nonché Peppino Valente, storico mister dei campioni d’Italia juniores 1970. Facemmo l’iscrizione con un mio bonifico personale.

Poi riuscimmo a comporre sia la squadra per l’eccellenza sia quella dell’under 19. Partimmo da ZERO, numero purtroppo molto ricorrente a Scalea. Avevamo compiuto un miracolo. Nessun altro ci ha aiutato (tanti parlano parlano, ma soldi ZERO). Anzi siamo stati ostacolati dalla maggioranza che amministra Scalea, guidata dal sindaco Perrotta, che non solo non ha deliberato alcun aiuto economico per lo Scalea Calcio, ma ha prima revocato la delibera, che assicurava un contributo per l’iscrizione al campionato di € 7.800, poi ci ha tempestato di lettere dell’ufficio tecnico comunale con cui ci chiedevano canoni di locazione dello stadio non pagati da 5 anni, intimandoci di lasciare lo stadio in mancanza del pagamento di una somma di oltre 32.000 €. Il Praia intanto riceveva 20.000 € dal comune ed 8.000 da quello di Tortora, mentre la Paolana  40.000 € dal comune di Paola. Noi dovevamo perdere tempo a rispondere alle loro richieste per non perdere l’uso dello stadio Longobucco, evidenziando tra l’altro che il canone annuo di € 5.000 si fosse tacitamente compensato con il mancato contributo che doverosamente il comune avrebbe dovuto elargire allo Scalea Calcio, che svolge la sua attività per l’intero anno al servizio dello sport e dello spettacolo di massa. E ciò a differenza di associazioni che percepiscono lauti contributi economici per eventi di nicchia che si esauriscono in pochi giorni.

Nè il Sindaco ed il delegato allo sport si sono minimamente impegnati a sensibilizzare imprenditori ed operatori commerciali ad occuparsi della società di calcio e ad aiutarla economicamente, così come hanno sempre fatto gli amministratori del passato (e come ha efficacemente fatto il sindaco di Praia). Nessun altro di tutti gli imprenditori interpellati, tra cui ex presidenti, ha voluto far parte della società ed assumere cariche compresa quella di presidente. Nessuno! In tanti ad avanzare pretese creditorie, ma nessun altro a dare una mano. Anche qui il solito ZERO. Una vera maledizione, oltre che porcheria! A quel punto abbiamo pensato che forse fosse la nostra presenza di avversari politici del sindaco a scoraggiare altre adesioni. Dopo aver dato e costruito tanto, ci siamo sentiti quasi costretti a dimetterci e lasciare spazio ad altri. Cosa che a malincuore abbiamo fatto a dicembre. Subito sono entrati altri, tra cui persone più vicine al Sindaco Perrotta ed al Delegato allo Sport Cirimele. Risultato: amara retrocessione,  cioè SOTTOZERO. A questo punto sarebbe opportuno sapere se, dopo le nostre dimissioni dalle cariche sociali, siano o meno  continuate le richieste di pagamento del Comune allo Scalea e se il sindaco e gli assessori, che percepiscono mensilmente una somma intorno ai 13-14.000 €, abbiano dato un euro per la squadra. Solo a Scalea una schifezza simile! Vergogna!”.

 

LA NOTA DEL SINDACO DI SCALEA

Si rende necessaria una risposta a quanto scritto e sostenuto dall’Avv. Achille Tenuta in merito ad una mancanza di vicinanza del sottoscritto, del delegato allo Sport e dell’amministrazione alle vicende dell’USD Scalea Calcio 1912.

Partiamo da un presupposto incontrovertibile, ovvero che l’avv. Tenuta è il contrario del Re Mida, ove c’è la sua presenza e la sua partecipazione tutto si distrugge invece di trasformarsi in oro.

Partiamo dall’inizio: Lo Stadio Comunale non è di proprietà della squadra cittadina bensì della comunità. Lo Stadio è stato dato in gestione alla squadra dietro un corrispettivo annuo. Si ricorda che all’interno dello Stadio sono stati svolti numerosi tornei a fronte dei quali la Società che gestisce ha sicuramente incassato compensi per il loro svolgimento così come la stessa società ha incassato compensi per consentire ad altre scuole calcio di usufruire dello Stadio cittadino.

Fin dall’insediamento dell’attuale amministrazione la questione è stata affrontata con vari incontri ed impegni presi e non mantenuti dalla dirigenza fino alla disponibilità di rateizzare il dovuto scorporato dei canoni per due anni relativi al Covid.

Tra incontri, rinvii, ritardi e mancanza di rispetto dei termini degli accordi presi si è arrivati alla fine della stagione 2022/2023 quando il presidente Verbicaro lascia la squadra nelle mani dell’amministrazione che chiede i libri contabili della società per avere contezza di eventuali altri debiti. Libri contabili mai ricevuti.

Ad oggi, la situazione debitoria, senza scomputare i due anni di Covid per cui c’è disponibilità dell’ente a sottrarre, ammonta ad € 35.000,00.

A quel punto il Sindaco nomina il dott. Introini, già nella dirigenza della società calcistica, per costituire un gruppo in grado di affrontare il campionato. Nel bel mezzo delle consultazioni si manifestano i signori Achille Tenuta e Alessandro Bergamo. I nuovi dirigenti confermano la disponibilità a rateizzare il dovuto per la gestione dello Stadio salvo avere il contributo da parte dell’amministrazione per l’iscrizione al campionato di eccellenza 2023/2024.

La giunta delibera ed impegna la somma per l’iscrizione al campionato di Eccellenza ed ecco che magicamente, due giorni prima della scadenza dei termini dell’iscrizione l’ex vicepresidente Bono, presente al momento della consegna della squadra nelle mani del Sindaco da parte del presidente Verbicaro, in fretta ed in furia corre ai ripari dicendo che le dimissioni di Verbicaro non erano state ratificate in lega e che comunque, in quanto vicepresidente sarebbe subentrato lui alla guida della società.

A quel punto è sembrato evidente il tentativo di aggirare il problema dei debiti della società verso il Comune chiedendo addirittura che la somma stanziata per l’iscrizione fosse comunque messa a disposizione della squadra. Un tentativo poco limpido di ritardare il pagamento del canone cercando di incassare un contributo che l’ente in quanto creditore non poteva e non può concedere.

Fino alla fine l’amministrazione ha cercato di prospettare una soluzione per risolvere le pendenze della società ma il Sindaco ancora sta aspettando la società in Comune.

Oggi si cerca di far passare il messaggio strumentale di una retrocessione sul campo come conseguenza di un mancato contributo quando probabilmente per i modi poco chiari di gestire la compagine societaria.

La squadra, come lo stadio, sono della città e chi cerca di utilizzarle come strumento per fare politica dimostra di non averla a cuore. Lo sport insegna e dovrebbe trasmettere valori di rispetto e lealtà e la capacità di accettare le sconfitte.

La retrocessione dello Scalea è una sconfitta per tutti ma ognuno deve prendersi le proprie responsabilità.

L’amministrazione così come per tutti i beni pubblici anche per lo stadio ha cercato di tutelare il patrimonio pubblico.

Ci auguriamo che si riesca in tempi celeri a formare una compagine societaria motivata a riportare lo Scalea Calcio dove merita senza nascondere la testa sotto la sabbia e onorando tutti gli impegni.

L’amministrazione comunale è pronta a dialogare con chiunque nel rispetto delle regole e dei reciproci impegni. Il sottoscritto, sempre presente allo Stadio e non solo in concomitanza di competizioni elettorali, è e sarà sempre al fianco del GLORIOSO SCALEA CALCIO 1912. Altri non so.

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