AMANTEA RICORDA IL MARESCIALLO ACHILLE MAZZA MEDAGLIA D’ORO AL VALORE CIVILE

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Ad Amantea, nella Chiesa del Carmine, si è tenuta la Santa Messa, officiata dal Cappellano Militare della Legione Carabinieri Calabria, Don Vincenzo Rugiero, in ricordo del maresciallo maggiore dei Carabinieri Achille Mazza, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile “alla memoria”. Venne ucciso 32 anni fa, il 23 marzo 1992, da un colpo di arma da fuoco nell’adempimento del dovere.

Il maresciallo, Comandante della Stazione Carabinieri di Amantea, era intervenuto per dirigere i militari dipendenti intervenuti nei pressi dell’abitazione di un uomo, già conosciuto alle Forze dell’Ordine, che aveva esploso alcuni colpi di fucile contro una macchina in sosta. Ha tentato di persuaderlo a desistere ma è stato colpito da un colpo di fucile.

“L’affettuoso ricordo ed il palpabile cordoglio, a trent’anni dalla vicenda- si legge in una nota diffusa dall’Arma-, sono perpetuati nella ricorrente commemorazione presso la Stele eretta nella via intitolata al Maresciallo, dove è stata deposta una corona di fiori, alla presenza della figlia Rosaria, del Prefetto di Cosenza, Dott.ssa Vittoria CIARAMELLA, del Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Cosenza, Colonnello Agatino Saverio SPOTO, del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, Col. Giuseppe DELL’ANNA, del Sindaco del Comune di Amantea, dott. Vincenzo PELLEGRINO, delle rappresentanze della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto nonché degli studenti dell’Istituto Comprensivo di Amantea che hanno inteso ricordare il sacrificio del militare quale massima espressione dell’importanza del dialogo e della non violenza spinta sino all’estremo sacrificio”.

Si riporta la motivazione con cui è stata concessa, al Maresciallo Maggiore Achille MAZZA, la Medaglia d’Oro al Valor Civile:

Comandante di Stazione, appreso che un individuo aveva inopinatamente esploso dalla propria abitazione alcuni colpi di fucile contro una autovettura in sosta, accorreva per dirigere i militari dipendenti già intervenuti e, con spiccato senso del dovere e cosciente sprezzo del pericolo, avviava una paziente opera di persuasione a desistere dall’inconsulto comportamento, ma rimaneva mortalmente ferito da proditoria azione di fuoco.

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