Nuove fermate a Diamante, Cmg: “inutile frammentare itinerari con soste aggiuntive. Necessario incrementare l’offerta dei vettori”

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Gli amministratori del Tirreno che si sono spesi per le nuove soste dei treni alla stazione di Diamante-Buonvicino, in prossimità dell’ingresso alle proprie abitazioni, avrebbero dovuto sedersi intorno a un tavolo insieme ai loro colleghi della Provincia e agli Enti del terzo settoreper chiedere nuovi collegamenti e non già il semplicistico incremento delle fermate sui servizi esistenti”.

Il comitato Magna Graecia commenta con queste parole la notizia delle cinque nuove fermate di treni Intercity a Diamante. “Ancora una volta – si legge in una nota – il risultato ottenuto dimostra una visione politica che tutela gli interessi del proprio orticello”.

LA NOTA INTEGRALE

Recentemente è stato comunicato che, nel periodo estivo, alcuni treni IC esistenti incrementeranno il numero delle fermate lungo la direttrice tirrenica. Nello specifico fermeranno presso la stazione di Diamante-Buonvicino. Sebbene la notizia non abbia riscosso chissà quale grande eco mediatica, non sono mancate note stampa da parte di coloro che restano alla costante ricerca di visibilità e meriti.

È opportuno specificare che siamo tutti d’accordo sul fatto che sia necessario potenziare i servizi ferroviari in Calabria. Tuttavia, fa alquanto sorridere, che i recenti comunicati di organismi politici scambino operazioni di partigianeria per risultati di vitale importanza al territorio. Riteniamo, infatti, insensato spacciare il contentino spiccio, e riservato a contesti già serviti da un’offerta importante, come operazioni di visione e progettualità per l’intera Calabria.

Corre l’obbligo, anche, di segnalare che l’utilizzo del termine “territorio” non può essere banalmente circoscritto a identificare l’alveo del giardino della propria abitazione. Chi, in questi giorni, ha espresso lodi per l’istituzione delle nuove fermate — non sappiamo se per disconoscenza o malafede — ha omesso di riferire che non è stato aggiunto alcun nuovo treno: né per il territorio della Rivera dei Cedri, tantomeno e soprattutto per il rimanente contesto regionale.

D’altronde, le ulteriori fermate previste a Diamante vengono espletate su vettori che già fermano nelle stazioni dirimpettaie alla Località tirrenica. Dunque, se di maggiori comodità si vuole parlare, le richiamate comodità restano di esclusiva e diretta pertinenza della sola comunità di Diamante e non già del Tirreno tutto, tantomeno della Calabria. Senza considerare il danno arrecato, dalla recente operazione, ai passeggeri diretti in Sicilia. Non è un’iperbole, sia chiaro, ma, a parità di costi per l’utenza, appare assodato che gli Intercity siano stati ridotti a degli accelerati.

Latita una visione unitaria e rispettosa di ogni angolo del territorio calabrese  Ancora una volta, il risultato ottenuto dalla richiesta, dimostra una visione politica distorta, sperequativa e tutelante, esclusivamente, gli interessi del proprio orticello. Resta lontana anni luce, quindi, una prospettiva di crescita rispettosa di tutti i territori componenti il vasto ambito del Centro-Nord Calabria. Riteniamo sarebbe stato molto più opportuno impostare il dibattito con il Ministero su un altro fronte. Intanto, gli Amministratori del Tirreno, che si sono spesi per le nuove soste dei treni in prossimità dell’ingresso alle proprie abitazioni, avrebbero dovuto sedersi intorno a un tavolo insieme ai loro colleghi della Provincia e agli Enti del terzo settore.

Quanto riferito, per chiedere nuovi collegamenti e non già il semplicistico incremento delle fermate sui servizi esistenti. Magari, convenendo sulla istituzione di un nuovo treno Intercity, con attestazione a Sibari per l’area dell’Arco Jonico e passante per Cosenza, diretto a Nord. Quanto riportato, avrebbe potuto rappresentare la pianificazione di nuove fermate per le Località tirreniche, ma tenendo in debita considerazione tutto l’ampio contesto delle Province di Cosenza e Crotone.

Oppure, un nuovo convoglio che, partendo dall’alto Tirreno cosentino, via Paola-Sibari, raggiungesse la dorsale adriatica. Vieppiù, latitano le Istituzioni che avrebbero dovuto evidenziare la mancanza di collegamenti regionali tra le due coste calabresi e la Puglia.

Qual è stato il senso — e ci rivolgiamo alla Regione Calabria — di aver acquistato nuovi treni Blues se, poi, l’operazione non si declina in un incremento delle corse tra contesti territoriali a binari elettrificati e aree in cui i processi di elettrificazione restano in fase di avanzamento? La verità, ahinoi, è che la richiesta avviata dagli Amministratori delle Località tirreniche mostra, ancora una volta, la mancata visione di sviluppo unitario del territorio calabrese.

Quanto riferito, sia nel breve che nel lungo periodo. Tale narrazione, invero, non fa altro che peggiorare l’immagine di una Regione in cui andrebbe rivista tutta l’offerta dei servizi su ferro, senza ulteriori diseconomie sperequative tra una costa e l’altra.

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