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I Carabinieri della Compagnia di Scalea hanno arrestato tre cittadini di nazionalità rumena accusati, in concorso, dei reati di rapina, violenza sessuale, lesioni personali gravi e sequestro di persona.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Paola, su richiesta della locale Procura.
Il provvedimento restrittivo scaturisce dalle indagini avviate dopo la rapina avvenuta nella notte del 21 maggio 2025 in località “Piano Grande” di Scalea, nell’abitazione di una coppia di anziani, lei 72enne e lui 84enne.
Secondo quanto ricostruito, i tre soggetti si sarebbero introdotti nell’abitazione delle vittime attraverso un ingresso posto sul retro, dopo aver infranto il vetro dell’infisso e forzato la chiusura. Una volta all’interno, armati di un coltello e di una pistola, avrebbero minacciato e malmenato brutalmente gli anziani coniugi, costringendoli a consegnare denaro e monili in oro.
Durante l’azione, l’uomo sarebbe stato immobilizzato, mentre l’anziana donna avrebbe subito violenza sessuale. Entrambe le vittime hanno riportato lesioni personali a seguito delle aggressioni.
I primi accertamenti condotti nell’immediatezza dei fatti hanno consentito agli inquirenti di recuperare una consistente somma di denaro, pari a circa 45.000 euro in contanti, che la vittima custodiva nella propria camera da letto e di cui malviventi non erano riusciti ad impossessarsi.
Determinanti si sono rivelate le testimonianze dirette delle vittime, l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e, soprattutto, le intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno consentito ai Carabinieri di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre indagati.
I militari hanno dovuto anche affrontare oggettive difficoltà dovute all’uso, nelle conversazioni tra gli indagati, del dialetto Romanés, superate grazie alla competenza e alla tenacia degli investigatori.
Ulteriori elementi probatori sono emersi dagli accertamenti tecnici eseguiti dal Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Messina che hanno evidenziato compatibilità tra i profili genetici degli indagati e le tracce biologiche rinvenute sul luogo del delitto e sugli indumenti della vittima.
Particolarmente complesse sono risultate le operazioni di cattura dei malviventi, che in un primo momento si erano resi irreperibili.
Uno dei ricercati ha tentato di scappare attraverso i tetti ma dopo un breve inseguimento è stato raggiunto e arrestato dai militari operanti.
Gli indagati sono ristretti presso un Istituto di Pena.



